La sostenibilità ambientale ha dei rischi per le aziende?
- lifegrowingfuture
- 30 giu
- Tempo di lettura: 4 min
La parola sostenibilità è oggi ovunque. Si trova nei bilanci, nei packaging, nei piani strategici, nelle comunicazioni di brand. Ma più cresce la sua presenza nel dibattito pubblico e aziendale, più sembra diventare una parola scomoda. Per alcune imprese è un ideale irraggiungibile, per altre un rischio di investimento, per molte un concetto ancora confuso. Per altre ancora la motivazione ufficiale di pratiche scorrette di greenwashing.

Nel percorso di L-ife abbiamo incontrato molte realtà interessate ai materiali sostenibili come il micelio, che però si sono bloccate a causa di timori legati alla difficoltà di cambiare fornitore o processo, dubbi sull’affidabilità di materiali poco noti, domande legittime su costi, diffusione e prospettive.
In questo articolo, cerchiamo di rispondere con onestà e trasparenza a queste perplessità. Non per promettere “green senza sforzi”, ma per costruire un dialogo realistico con chi sta valutando di fare un passo verso il futuro.
Cosa significa impatto ambientale?
Cominciamo a chiarire un elemento chiave quando si parla di sostenibilità ambientale: l’impatto ambientale è l’effetto che un’attività, un prodotto o un processo ha sull’ambiente naturale. Questo può riguardare:
l’emissione di CO₂ e altri gas serra,
il consumo di risorse (acqua, energia, materie prime),
la produzione di rifiuti e inquinanti,
la trasformazione del territorio.
Ridurre l’impatto ambientale non significa “non inquinare affatto” (spesso impossibile), ma minimizzare gli effetti negativi, valorizzando soluzioni rigenerative, circolari e meno impattanti.
Quali sono le 5P della sostenibilità?
Non è un caso che le Nazioni unite abbiano individuato le 5P della sostenibilità, che sono i pilastri dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e rappresentano l’approccio integrato alla sostenibilità:
People – Garantire benessere e diritti per tutte le persone.
Planet – Proteggere il pianeta e le sue risorse naturali.
Prosperity – Promuovere uno sviluppo economico equo e inclusivo.
Peace – Rafforzare istituzioni giuste e società pacifiche.
Partnership – Collaborare a livello globale per gli obiettivi comuni.
Quando si parla di sostenibilità ambientale in azienda, è fondamentale non dimenticare l’equilibrio tra queste dimensioni: un packaging compostabile è importante, ma deve anche essere accessibile, etico e integrato nel sistema produttivo.
Quali sono i fattori che influenzano la sostenibilità ambientale?
La consapevolezza che non basta “comprare sostenibile” ma che serva progettare sostenibile è sempre più chiara. Infatti, i fattori principali da considerare quando si parla di sostenibilità, necessari per rendere questa parola concreta, sono:
Scelta dei materiali: biodegradabili, rigenerativi, a basso impatto (come il micelio).
Energia: da fonti rinnovabili, riduzione dei consumi nei processi.
Filiera: trasporti, logistica, distanza dai fornitori.
Packaging e fine vita del prodotto: riciclabilità, compostabilità, impatto del rifiuto.
Educazione interna e governance: coinvolgimento di chi prende decisioni e di chi lavora nei processi operativi.
Quali sono gli obiettivi ESG?
Anche in ambito aziendale è nata la valutazione ESG è l’acronimo di Environmental, Social e Governance. Sono i tre criteri su cui gli investitori — ma anche consumatori, enti pubblici e reti di imprese valutano oggi un’azienda:
Environmental (Ambiente): riduzione dell’impatto ambientale, uso efficiente delle risorse, gestione dei rifiuti.
Social: diritti dei lavoratori, inclusività, impatto sulla comunità.
Governance: trasparenza, etica, struttura decisionale responsabile.
Adottare pratiche ESG significa non solo migliorare la propria reputazione, ma anche attrarre investimenti, clienti e collaborazioni di valore.
Che obblighi comporta la sostenibilità per le aziende?
Quindi la sostenibilità non è più solo una scelta etica: diventa ogni giorno di più un obbligo normativo, di mercato e reputazionale. Eppure, non è una scelta esente da rischi. Vediamo alcune delle problematiche citate dalle aziende che desiderano investire per rendere i loro processi sostenibili ma poi si fermano:
Difficoltà nel cambiare fornitore o materiali. Cambiare abitudini è complesso, ma l’innovazione parte proprio da qui. I partner sostenibili oggi si propongono come collaboratori, non semplici fornitori: accompagnano nel testare, adattare, comunicare il cambiamento.
Timore per materiali poco conosciuti. Il micelio, ad esempio, è ancora poco diffuso rispetto a plastiche o carta, ma le ricerche scientifiche e i casi applicativi sono in crescita. Affidabilità significa test, confronto, trasparenza. L-ife, ad esempio, condivide studi, certificazioni e casi d’uso con ogni cliente interessato.
Innovazione troppo in anticipo? Sì, essere “i primi” può sembrare rischioso. Ma è anche ciò che dà vantaggio competitivo. Chi sceglie oggi materiali compostabili o approcci rigenerativi incontra prima le aspettative del mercato (e delle normative).
Greenwashing Ma chi teme di “fare greenwashing” spesso è proprio chi si sta ponendo le giuste domande. La risposta? Misurare, comunicare, coinvolgere, mai “decorare” le scelte con etichette vuote.
La sostenibilità è un rischio da correre
La sostenibilità ambientale non è priva di ostacoli. Ma non agire è oggi il rischio più grande. I dati, i trend di mercato, le normative lo confermano: il cambiamento è in corso. L-ife non propone “soluzioni facili”, ma un percorso possibile e condiviso. La sostenibilità può fare paura, ma se affrontata con consapevolezza e collaborazione, diventa la scelta più concreta e duratura per il futuro delle imprese.
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